martedì 30 dicembre 2008

Ultimo post dell'anno

Il 2008 sta per giungere al termine! Questo anno che era partito bene (molto bene) ma che è finito in mdo ciofeco! Dopotutto, non credo che lo rimpiangerò. Preferisco pensare già all'anno nuovo. E' tempo infatti di buoni propositi: da parte mia posso solo cercare di portare avanti con più decisione i miei progetti, mettendo da parte la mia impareggiabile pigrizia.

Ecco questo è tutto, ma... eccheccavolo, è l'ultimo post dell'anno e lo spreco così, con due stronzate? Devo cercare di valorizzarlo in qualche modo, no? E allora segnalo che finalmente ho trovato la voglia e il tempo di leggere Irripetibili - Le grandi stagioni del fumetto italiano, meraviglioso saggio di Luca Boschi che racconta l'incredibile storia del fumetto italiano (e non solo) dagli anni '60 a oggi. Un libro ricco di fatti e di aneddoti, che non si limita a riepilogare ma racconta e svela molto sulle grandi stagioni delle riviste a fumetti (e sui fumetti).

Pubblicato da Coniglio Editore, è davvero un buon libro da mettere nella calza.

mercoledì 24 dicembre 2008

Letterina per Babbo Natale

Quest'anno mi sono sbilanciato... alla faccia della crisi ho provato a chiedere a Babbo Natale ben due regali, che poi, mal che vada, me ne porterà uno soltanto.
Comunque, il primo dei due regali che ho chiesto è il seguente:


Potrebbe permettermi di superare meno noiosamente le coliche, no? E poi ho sempre voluto imparare a giocare a golf.
Il secondo invece è questo, un vero regalo utile:

Ultimamente infatti ho avuto qualche problema con la sveglia, e magari una ballerina di lap dance potrebbe aiutarmi...

mercoledì 17 dicembre 2008

I supereroi nella storia dell'arte

Quando avevo il tempo di aggiornare il blog, mi mancava la voglia... quando poi mi è venuta, è venuto a mancare il primo. Comunque, eccomi qui, due settimane dopo, a segnalvari alcuni classici dell'arte... reinterpretati dai superoeri. Il sito Worth1000 ha infatti indetto un concorso in cui bisognava photoshoppare alcuni celebri dipinti, mettendo al posto dei classici protagonisti alcuni tra i supereroi più famosi, come Supeman e Batman. Volete un esempio? Ecco com'è stato reinterpretata la Creazione di Michelangelo:

C'è anche in versione Joker:

Ce ne sono alcuni carini, altri meno, ovviamente. Il mio preferito è il seguente, un po' per l'idea (la più originale in assoluto) di inserire un elemento chiaro ma piuttosto velato, non troppo smaccato, un po' anche perché Van Gogh è il mio artista preferito e questa Notte Stellata è uno dei miei dipinti preferiti in assoluto:

Tra qualche giorno ci risentiamo invece con la lista dei regali da chiedere a Babbo Natale. ;-)

mercoledì 3 dicembre 2008

Pan degli angeli... o quasi!

Qualche giorno fa ho accennato alla mia passione per i toast... e vi ho indicato un tostapane molto figo che mi piacerebbe avere. Al contrario, mi terrei volentieri lontano dal seguente modello:

Per la cronaca... abbustolisce davvero il pane con immagini sacre, ma il sapore è piuttosto comune, poco celestiale.

sabato 29 novembre 2008

In attesa di The Spirit...

Rubo al buon Andrea Plazzi un post del suo blog, per segnalare una tavola di Sean Whitmore e Brandon Hanvey, tratta da Comic Critics!, che parodizza il film The Spirit diretto da Frank Miller (che uscirà nella sale il giorno di Natale).
E se Miller decidesse di portare al cinema anche altri lavori di Eisner...?

Semplicemente geniale!

giovedì 27 novembre 2008

Ultimates vol. 3 di Jeph Loeb e Joe Madureira

Finalmente è arrivata anche in Italia l'attesa terza serie degli Ultimates, realizzata da Jeph Loeb e Joe Madureira. Di sicuro c'era da aspettarsi qualcosa di molto differente da quanto fatto negli anni precedenti da Mark Millar e Bryan Hitch e io sono ancora convinto che sia stato un bene, pur non essendo molto esaltato da questa nuova versione.
Per carità, non si tratta affatto di un pessimo prodotto! La storia in sé non è male, è ben scritta, ha un buon ritmo e soprattutto ha un taglio moderno. Però Loeb sembra calcare un po' troppo la mano su alcune situazioni per cercare di renderle originali, finendo piuttosto per farle divenire un po' troppo eccentriche. Un esempio è la caratterizzazione di Quicksilver e Scarlet, su cui sembra che l'autore abbia calcato la mano un po' troppo gratuitamente. Al contrario, ho apprezzato il nuovo Occhio di Falco, che porta un bersaglio sulla fronte in maniera letterale e metaforica. Vedremo comunque come si evolverà la situazione nei prossimi mesi, di certo in questo primo numero c'è molta carne al fuoco (anche troppa, provocando un po' di confusione).
Per quanto riguarda l'aspetto grafico, non sono mai stato un fan di Madureira così come non ho mai apprezzato tutti quei disegnatori manga-style spuntati fuori tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo secolo. Però devo confessare di aver apprezzato la nuova evoluzione di questo disegnatore, che ha abbandonato le esagerazioni all'orientale (occhioni, piedoni...) pur mantenendo uno stile molto dinamico. Peccato che i colori siano pessimi, troppo soffusi e innaturali.

martedì 25 novembre 2008

Canzone del mese

E' da un bel po' che non segnalo qualche album. In realtà in questi mesi ne ho ascoltati tanti, anche qualcosa di molto bello. Però in questi giorni, più che per un album, mi sto esaltando per un singolo brano, ovvero Sex on Fire dei Kings of Leon, gruppo rock del Tennessee formato da tre fratelli e un cugino (il nome "Leon" deriva da un altro parente, mi pare un nonno).
Il loro nuovo album (che è il quarto) si chiama Only by the night ed è piuttosto carino, ma in particolare spiccano due brani molto belli, tra cui proprio quello che ho appena citato (che tra l'altro è pure il singolo).
Cosa mi piace di questo brano? Beh, è una bella ballatona rock come quelle che mi piacciono sempre molto (da Wild Horses dei Rolling Stones in giù), ma a farmi impazzire sono soprattutto i continui cambi di ritmo.
Se volete ascoltarla (e magari anche vederne il video), potete cliccare qui, oppure andare sulla pagina MySpace del gruppo.

P.S. Nessuno ha indovinato la citazione contenuta nel titolo del post precedente... non pensavo che fosse così difficile! E dire che è tratta da uno dei programmi televisivi di culto più importanti delle ultime tre decadi! Vabbè, sarò magnanimo e vi lascerò ancora un altro po' di tempo!

sabato 22 novembre 2008

Usa la for... la for... la forchetta!

Perché nessuno mi aveva detto prima dell'esistenza di un tostapane del genere?! Un oggetto che coniuga due delle mie più grandi passioni (una è quella per i toast, l'altra potete immaginarla)? Devo averlo! E ringrazio gli amici di Comicus che nel loro blog me ne hanno dato notizia!

P.S. Il titolo di questo post non è una mia pessima battuta ma una splendida (ed edotta) citazione televisiva. Chi l'ha colta?

giovedì 20 novembre 2008

Gipi al TPO di Bologna!

L'hanno segnalato qui, qui e anche qui. Radio e quotidiani bolognesi ne stanno parlando. Su Facebook ha riscosso consensi. Le casalinghe in coda per comprare il ripieno dei tortellini ne discutono. Posso dunque esimermi dal farci almeno un accenno?
Domani sera Gipi, uno dei più grandi talenti del fumetto italiano contemporaneo, sarà al TPO di Bologna per una presentazione del suo nuovo libro La Mia Vita Disegnata Male (pubblicato da Coconino), a cui seguirà ovviamente anche l'ormai consueta lettura delle prime tavole con accompagnamento musicale che sta portandoo in giro per la penisola. Il tutto è organizzato da Il Garage Ermetico, Radio Kairos e TPO.
Siateci!

domenica 16 novembre 2008

Spiccioli

Uno dei primi post che ho scritto per questo blog era dedicato alla storia Spiccioli, scritta da me e disegnata da Anna Ciammitti, che è stata pubblicata a giugno sull'antologia Zero Tolleranza. In quell'occasione scrissi anche che l'avrei pubblicata su questo blog nel giro di pochi giorni, quindi eccomi qui, solo 5 mesi dopo, a proporvela.
La storia è stata rilasciata con licenza Creative Commons, quindi può essere utilizzata come si vuole, pur mantenendone l'integrità dell'opera e indicandone i nomi degli autori (e ovviamente riportando la licenza). Per maggiori informazioni, potete cliccare qui.

Cliccate sulle immagini per ingrandirle e leggerle meglio:

Questa storia è nata dopo una lunga chiacchierata con Anna alla ricerca di un soggetto interessante che avesse come tema l'intolleranza. In realtà, però, è una vicenda che mi è accaduta veramente, proprio alla stazione di Bologna. Io ovviamente ero il ragazzo che nella storia (così come nella realtà) si è beccato, giustamente, la sfuriata. Mi sono sempre chiesto per quale motivo quel ragazzo volesse cambiare i soldi e questa è stata la mia interpretazione.
Sono molto graditi commenti, soprattutto se sinceri!

domenica 9 novembre 2008

Il Triangolo Segreto di Didier Convard e disegnatori vari

Tra le proposte francesi della 001 Edizioni, avevo da qualche tempo adocchiato Il Triangolo Segreto. Mi ha attirato il fatto che parlasse di massoneria e di segreti legati al Vaticano (Templari compresi), così a Lucca ho preso il primo dei tre volumi (di cui solo due sono già usciti) dell'edizione italiana, che raccoglie in un formato ridotto, quello ormai tipico del graphic novel, i primi 3 album francesi (in totale sono 7). Si è trattato di una lettura appassionante, con una trama ben orchestrata da Didier Convard (anche se con alcune cadute) intorno a un segreto che, se rivelato, porterebbe alla caduta della religione cristiana. Un'ipotesi che in realtà è già stata sollevata in passato da alcuni storici e che riguarda la famiglia di Gesù Cristo (composta da diversi fratelli e sorelle, come raccontano i Vangeli apocrifi). Niente di particolarmente originale, quindi, (infatti può ricordare Il Codice Da Vinci di Dan Brown, anche se con una variante notevole), così come poco originali sono i personaggi, tranne forse il protagonista, uno storico che lavora per un non precisato ministero con lo scopo di decifrare antichi manoscritti. Ah, e poi è pure un massone.
Come accennavo, la sceneggiatura è buona e la trama è piuttosto avvincente, anche se il primo capitolo della saga, che funge da introduzione o poco più, è un po' troppo didascalico e macchinoso. Anche se sulle pagine della serie si alternano diversi disegnatori, tra l'altro tutti discreti, l'omogenità grafica del volume non ne risente.
Appena possibile, dunque, conto di prendere anche il secondo volume di questa serie, essendo davvero curioso di sapere come prosegua la storia.

mercoledì 5 novembre 2008

Blatta di Alberto Ponticelli

Eccomi qui con una delle prime cose ad aver letto tra quelle che ho preso da Lucca, ovvero Blatta, prima (spero di non sbagliarmi) opera interamente scritta e disegnata da Alberto Ponticelli. Alberto è uno dei miei disegnatori preferiti da quando ho letto Egon (tant'è che ho provato anche a fargli disegnare qualche mia sceneggiatura, ma purtroppo non ce n'è mai stata la possibilità). Il libro si presenta bene già grazie alla confezione molto bella, caratterizzata da una bicromia piuttosto atipica, in cui spicca l'utilizzo del colore oro (senza però che l'effetto risulti pacchiano, sia chiaro, come potete notare qui sopra a sinistra). Graficamente si tratta di un lavoro davvero spettacolare, forse una delle cose migliori mai realizzate dal buon Alberto, tra "sporchi" tratteggi intensi e splash-page mozzafiato, in cui l'unica tinta utilizzata è il grigio, dosato sapientemente nelle sue diverse gradazioni. L'effetto complessivo contribuisce a dare alla storia un'atmosfera ancor più claustrofobica.
Storia forse non originalissima, ma che miscela bene diverse suggestioni (L'Eternauta, Brazil, Akira...) da mondo futuristico (a dir poco) post-apocalittico. Una storia che scorre bene e alla fine lascia un reale senso di angoscia per la sensazione di ciclicità inevitabile in cui in effetti ci troviamo e da cui è impossibile (forse) fuggire.
Dimenticavo un dato importante... Blatta è edito da Leopoldo Bloom Editore.

martedì 4 novembre 2008

Un'altra Lucca è andata...

Eccomi di ritorno da Lucca! In realtà sono tornato già domenica sera, ma mi ci è voluto un po' per riprendermi, essendo stata questa la Lucca Comics più frenetica che mi sia mai capitata (senza contare la pioggia battente di venerdì, nonché i lunghi giri in macchina alla ricerca di Colle di Lari, il posto in cui avevamo trovato l'appartamento in cui dormire). Sono comunque molto soddisfatto, mi ha fatto piacere aver reincontrato molta gente che di solito mi capita di vedere soltanto in queste occasioni e di aver conosciuto qualcun altro, dal vivo, che invece non avevo mai visto prima d'ora. Autori, editori, vecchi e nuovi collaboratori, amici, di cui non farò i nomi, non per una tendenza mafiosa all'omertà ma semplicemente perché rischierei di dimenticarmene molti.
Poi Lucca è pur sempre una città splendida, in cui mi fa sempre piacere tornare (anche se dovrei decidermi a visitarla con più calma, fuori dal contesto fieristico).
Ho fatto anche tanti acquisti, tra cui spicca questo librone dal peso (non solo specifico) notevole:

Visto il mio background di letture a fumetti (ma anche la confezione particolare, ben 840 pagine comprendenti tutte le storie di Frank Miller su Devil, dalla prima storia soltanto disegnata all'ultima, meravigliosa, che chiude il suo primo ciclo), posso sicuramente dire che questo è l'acquisto di cui vado più orgoglioso, ma in realtà ho preso anche altre cose interessanti (un paio delle quali già lette), di cui vi parlerò nei prossimi giorni.
Acquisti a parte, la cosa che mi ha dato più soddisfazione è stato sicuramente lo showcase di Ausonia che domenica mattina io e Laura (che con me conduce Il Garage Ermetico) abbiamo "condotto", su richiesta dello stesso autore. Eccovi una foto scattata da Flavia Tommasini con il cellulare (e quindi di qualità non eccelsa, purtroppo):

Da sinistra a destra ci siamo io, le Bkiss (ovvero le due ragazze che hanno disegnato uno dei due nuovi fumetti che Ausonia ha presentato a Lucca), Ausonia e Laura Pasotti. Spero nei prossimi giorni di riuscire a recuperarne altre, magari di risoluzione migliore (anzi... ne approfitto per lanciare un appello: se eravate tra il folto pubblico e avete scattato delle foto, contattatemi, please!).

giovedì 30 ottobre 2008

Ready to go!

Domani mattina finalmente si parte per Lucca! Presumibilmente sarò lì fino a domenica mattina, per salutare vecchi amici, incontrarne di nuovi, comprare fumetti e seguire dibattiti e presentazioni.

Per la maggior parte del tempo dovreste comunque trovarmi allo stand di Fumo di China (a proposito, non vi ho detto di quanto sono orgoglioso del nuovo Fumo tutto a colori! Certo, la grafica non l'ho fatta io, ma lo considero comunque un figlioletto prediletto).

P.S. Una piccola segnalazione: come al solito mi perdo le notizie per strada o le scopro in ritardo, così volevo segnalare un qualcosa (forse di positivo) che riguarda quanto scritto nel post di ieri.

mercoledì 29 ottobre 2008

Le mie radici affondano nell'inquinamento

Soltanto una settimana fa gioivo per il fatto di avere di nuovo accesso a internet e di poter aggiornare il blog più spesso. E poi? Che è successo? Beh, internet in effetti mi è servito per smaltire un bel po' di lavoro arretrato che avevo.
In questa settimana, poi, mi sono ritrovato davanti in continuazione articoli e servizi sulla mia città (o meglio... sul mio capoluogo di provincia, ma essendo la città di mia madre e della famiglia di mia madre, la considero un po' anche la mia), ovvero Taranto. Tutto è partito da una nuova trasmissione di La7, che si chiama Malpelo ed è condotta da Alessandro Sortino (giornalista noto per la sua collaborazione con Le Iene). Nella prima puntata, il giornalista ha dedicato molto spazio alla terribile situazione di Taranto per quanto riguarda l'inquinamento e alle relative testimonianze. L'aria (e la terra e l'acqua...) è satura di elementi inquinanti come diossina, mercurio, benzene, piombo e chi più ne ha più ne metta. Già nel 2005 PeaceLink aveva sollevando il problema, sottolineando come l'8,8% dell'inquinamento europeo (e il 90,3% di quello nazionale) da diossina proviene da Taranto. O meglio, dall'Ilva di Taranto! Eh sì, perché tutto trae origine da questo mostro dell'industria moderna, che da decenni se ne frega di leggi e regolamenti in tema di inquinamento (e, incidentalmente, visto che ci siamo, anche di sicurezza sul lavoro). Un mostro che, come descritto nel bel romanzo di Girolamo De Michele intitolato Scirocco, quando arrivi a Taranto di sera con il treno sembra proiettarti nella Los Angeles di Blade Runner (ovviamente senza averne lo stesso fascino).


La tragica situazione appena descritta comporta un aumento delle morti per tumore o per leucemia (addirittura in fasce d'età piuttosto basse), senza contare poi il fatto che tutto ciò che viene coltivato o pescato o allevato nelle vicinanze dell'Ilva è da considerarsi non commestibile (con ulteriori gravi danni, quindi, alla già pessima situazione economica di Taranto).
Di questa situazione se n'è parlato ancora, in questi ultimi giorni, sulle pagine de La Nuova Ecologia come su quelle di Repubblica. Si tratta però di una situazione che va avanti da decenni e a cui nessuno sembra poter mettere fine. Colpa solo delle cattive amministrazioni locali (che purtroppo in città sono ormai un'abitudine)?

mercoledì 22 ottobre 2008

Alla scoperta del web...

Questa sera, preso da un folle raptus internettiano, dovuto forse alla imperitura gioia di poter nuovamente navigare con il mio notebook, mi sono iscritto a Facebook! Questa cosa sorprenderà in molti, lo so, in fondo non è da molto che mi sono fatto il blog e di solito con queste cose io arrivo sempre con anni e anni di ritardo, quando ormai la moda è tramontata. E devo confessare anche che ci stavo pensando da qualche giorno. Non mi pare così grave, no?
E, lo prometto, nel giro di qualche giorno tornerò a parlare anche di fumetti.

lunedì 20 ottobre 2008

What a worderful world

I see trees of green, red roses too
I see them bloom for me and you.
And I think to myself what a wonderful world.
I see skies of blue and clouds of white.
The bright blessed day, the dark sacred night.
And I think to myself what a wonderful world.
The colors of the rainbow so pretty in the sky
are also on the faces of people going by.
I see friends shaking hands saying how do you do.
They're really saying I love you.
I hear babies crying, I watch them grow.
They'll learn much more than I'll ever know.
And I think to myself what a wonderful world.
Yes I think to myself what a wonderful world.
Yes I think to myself what a wonderful world.

P.S. Eh eh eh... finalmente, dopo oltre un mese di attesa, mi hanno attivato la linea internet! Insomma, a volte è bello accontantarsi anche delle piccole cose, che poi tanto piccole non sono.

lunedì 29 settembre 2008

Per una volta...

...sono io l'intervistato anziché l'intervistatore. Non ci credete? Allora andate su Lo Spazio Bianco (uno dei più importanti siti fumettistici italiani), oppure cliccate direttamente qui.

P.S. A presto con nuovi e più frequenti aggiornamenti. Il problema a cui accennavo qui sta per essere risolto. Forse.

martedì 16 settembre 2008

Anche gli italiani lo sanno fare bene

Negli ultimi tempi mi sono appassionato a diverse serie televisive, tutte americane, ovviamente. Poi però mio cugino mi ha consigliato di vedere Boris, serie made in Italy trasmessa sul canale satellitare Fox, ed è stato subito amore.

Si tratta di una sit-com ambientata sul set di una soap opera intitolata "Gli Occhi del Cuore". A parte gli inserti meta-testuali che a me fanno sempre piacere (se ben fatti, naturalmente), la serie, ridendo e scherzando, offre un divertente spaccato della nostra "italietta", in cui riescono a fare strada facilmente (purtoppo) soltanto incapaci, ignoranti, volgari, pressapochisti, arrivisti e raccomandati. Come dire, per usare un luogo comune molto abusato, Boris ti fa ridere ma anche riflettere. Poi i tormentoni, molto ben giocati e mai ripetitivi, che fanno capire come in Italia le cose, se solo lo si volesse, si potrebbero fare bene, anche in televisione. L'importante sarebbe affidarsi a persone competenti!
Per la cronaca... Boris è Becker, il tennista, da cui prende il nome il pesce rosso che accompagna sempre sul set il regista della suddetta soap opera (e che potete ammirare nell'immagine soprastante).
Ho da poco finito di vedere la splendida prima stagione e mi accingo a vedere la seconda, in cui, tra l'altro, c'è anche Corrado Guzzanti, in un doppio ruolo che non vedo l'ora di gustarmi! E, se ho capito bene, presto sarà possibile vederla anche su Raitre.

venerdì 12 settembre 2008

Cose che non dovrebbero succedere

Certo, ora sono memorizzato. Ma da ieri non ho più la connessione a internet, almeno finché non ne avrò una nuova, tutta mia. Che dramma, non ci ero più abituato!

domenica 7 settembre 2008

Brum brum

Mi son comprato un'automobile. Una piccola utilitaria sobria ed elegante, adatta per girare in città ma anche per fare qualche viaggetto (è diesel, sulle lunghe tratte consuma poco).
Eccone una foto:

domenica 31 agosto 2008

Un presidente a fumetti

Qualche tempo fa venne diffusa la notizia che la IDW Publishing, una casa editrice americana, avrebbe pubblicato due albetti spillati di 18 pagine con le biografie dei due candidati alla presidenza americana, Barack Obama e John McCain.

Alcuni autori di fumetti, poi, così come molte personalità dello spettacolo, si sono schierati apertamente a favore del candidato democratico. L'ultimo (in ordine di tempo) è Erik Larsen, che ha utilizzato una variant cover della sua storica serie Savage Dragon (pubblicata da Image Comics) per lanciare un messaggio promozionale. Eccola qui:

C'è da ricordare anche che, in occasione della precedente tornata presidenziale, era stato lo stesso personaggio di Larsen a candidarsi per l'elezione alla Casa Bianca del suo mondo fittizio.

Certo che Obama è sicuramente il più simpatico (almeno all'apparenza) tra i due candidati e quello che negli ultimi decenni ha saputo incarnare al meglio i valori del partito democratico americano. Una ventata d'aria nuova, in sintesi. Ma, andando a scavare meglio, l'idea che mi son fatto è che, anche in questo caso, come accade sempre più spesso nel mondo della politica internazionale, ci sia da scegliere solo per il male minore. E Obama, davanti al guerrafondaio e conservatore McCain, sicuramente non fa una figura così pessima come dovrebbe.

In un post di qualche giorno fa sul blog del grandissimo Luca Boschi potete anche ammirare le pubblicità di alcuni spassosi giocattoli ispirati ai due candidati (e non solo).

domenica 24 agosto 2008

Lone Wolf & Cub di Kazuo Koike e Goseki Kojima

Qualche mese fa, la Panini Comics ha portato a termine la pubblicazione dell'edizione italiana del bellissmo manga Lone Wolf & Cub di Kazuo Koike e Goseki Kojima, un'opera straordinaria ambientata nel Giappone feudale, tra le più belle mai importate nel nostro paese dal Giappone, dove i personaggi sono talmente popolari da far parte dell'immaginario collettivo da decenni ormai, grazie anche a serie televisive e film (che sono arrivati anche da noi). Uno di questi viene citato di sfuggita anche da Quentin Tarantino in Kill Bill vol. 2 (prima del finale, nella scena in cui Black Mamba ritrova la propria figlia e insieme si addormentano davanti alla televisione: ebbene, in quel momento stanno proprio guardando le avventure del ronin Itto Ogami e del suo figlioletto Daigoro tratte dal film Shogun Assassin).
Da un punto di vista tecnico/narrativo si tratta di un'opera qualitativamente inarrivabile, capace di raccontare per immagini come pochi altri fumetti. Frank Miller (che in seguito alla lettura di Lone Wolf & Cub ha realizzato la miniserie Ronin) ha detto di averla apprezzata fin da subito, nonostante l'abbia scoperta in edizione giapponese senza poterne capire i dialoghi. Lo stesso Miller ha poi realizzato le copertine dei primi 12 volumi dell'edizione americana (scelte anche per l'edizione italiana).

Fin da quando ho letto l'ultimo volume di questa serie (composta da 28 tomi) ho pensato di scrivere qualcosa di particolarmente approfondito a riguardo, ma ho scoperto che c'è già chi l'ha fatto, certamente meglio di come avrei potuto farlo io, così mi limito a segnalarvi il link. Si tratta del bravo Guglielmo Nigro, che ha dedicato un articolo a Lone Wolf & Cub sulle pagine de Lo Spazio Bianco, come potete scoprire cliccando qui.

giovedì 21 agosto 2008

Le Paperolimpiadi di Romano Scarpa

L'altro giorno sono andato in edicola per comprare il trentesimo volume de La Grande Dinastia dei Paperi e tra i fumetti della Disney ho trovato un volume intitolato Paperolimpiadi. Tornando con la memoria a una storia omonima che avevo letto da bambino, nel 1988, e di cui avevo cercato invano per anni un'edizione in volume di qualche tempo fa, l'ho preso freneticamente in mano e sono corso all'indice, solo per scoprire che, in effetti, all'interno c'era proprio quella magnifica storia di Romano Scarpa! Ovviamente l'ho preso al volo e me lo sono divorato nel giro di un paio di serate (neanche tanto afose, rispetto alla media stagionale).

Temevo di poterne rimanere deluso, come spesso mi è capitato nel rileggere cose che invece da bambino mi erano sembrate grandiose, ma per fortuna non è stato così. La storia infatti, ambientata durante le Olimpiadi di Seul del 1988, è eccezionale, ben scritta e dai contenuti veramente sorprendenti. Non è infatti la classica storia a sfondo sportivo con Paperino che tenta di fare l'atleta pur non essendone in grado. E' piuttosto una lunga avventura nella quale intervengono numerosi personaggi (compresi Topolino e Sgrizzo Papero, di cui mi ero completamente dimenticato), ricca di inserti fantascientifici, sentimentali e addirittura "politici" (nel senso ampio del termine), una cosa che oggi sarebbe probabilmente impensabile per una storia pubblicata sul settimanale più celebre della Disney. Un intero capitolo della saga è infstti dedicato alle vicende storiche che hanno portato alla separazione tra le due Coree e le conseguenze che ne sono derivate. L'argomento è trattato ovviamente con un taglio umoristico, ma in maniera comunque "colta", non da bambini decebrati (e da "conservare" inconsapevoli sotto vetro) come sembrano voler (anzi, dover) fare gli autori contemporanei.

Certo, c'è anche da dire che questa storia è di Scarpa, che, secondo me, tra gli autori Disney è secondo solo al grandissimo Carl Barks, ma le atmosfere di questa storia sono perfettamente in linea con quella di tutte le altre storie (o quasi, ovviamente) pubblicate sul settimanale fino ai primi anni '90, quando le vendite superavano il milione di copie. Invece oggi la qualità sembra non pagare (anche la schifezza, in realtà, se si pensa a quante poche centinaia di migliaia di copie venda oggi Topolino), come dimostra anche la recente, infausta, chiusura della testata Zio Paperone.

lunedì 18 agosto 2008

Dylan Dog passati, presenti e futuri

Non mi piace Dylan Dog. Non mi è mai piaciuto. Non tanto la serie quanto proprio il personaggio. In passato ho letto decine e decine di sue storie, prevalentemente a scrocco però, così, quando in occasione del ventennale del personaggio la Bonelli ha iniziato la pubblicazione dell'ennesima ristampa, ho pensato di prenderla. Proprio qualche giorno fa ho letto il tredicesimo numero, rimanendo ancora una volta deliziato per l'alta qualità delle storie anche in assenza di Tiziano Sclavi: profondi rimandi alla società dell'epoca (che nel frattempo è cambiata profondamente, ma la cosa sembra non notarsi quasi per niente), trame avvincenti, originali e fresche ancora oggi, pochi clichè ma utilizzati in maniera iconoclasta, un citazionismo raffinato e disegnatori eccezionali come Giampiero Casertano e Corrado Roi. Non sono poi un grande amante dell'horror-splatter, ma apprezzo tantissimo quello che gioca con le paura della psiche umana, soprattutto quelle nate dalle interazioni e dai conflitti tra individui, di cui Sclavi è stato maestro nel saper illustrare. Insomma, è vero che non apprezzo molto il personaggio in sé (probabilmente per il fatto che si piange sempre un po' troppo addosso), ma queste storie più "vecchie" sono talmente belle che si fa fatica a non apprezzarle.

Di contro, ieri ho finito di leggere il secondo Dylan Dog Color Fest, che fa capire come il personaggio negli ultimi tempi sia diventato forse un po' troppo stantìo, costretto a recitare sempre la stessa commedia, con gli stessi trucchi narrativi, con le stesse battute e le stesse citazioni. Ma andiamo per ordine con le storie contenute in questo volume:

- Il pianeta dei morti di Alessandro Bilotta e Carmine Di Giandomenico è la storia sicuramente più originale tra le 4 presenti nel volume. Ambientata nel futuro, gioca però troppo con i clichè del personaggio, sotto ai quali rimane una trama forse un po' troppo povera, a conferma di quanto dicevo poco sopra. I disegni, però, sono ottimi, pur non riuscendo a vedere Carmine su un'altra storia di Dylan che non sia questa.

- Videokiller di Paola Barbato e Angelo Stano è invece una storia interessante, forse troppo cervellotica, dato che bisogna rileggerla un paio di volte per comprenderla bene, e un po' fine a sé stessa. Ottime le illustrazioni di Stano, che però risultano troppo statiche e poco narrative.

- Il mago degli affari di Pasquale Ruju e Nicola Mari è il peggio del peggio. La trama è inconsistente e banale, senza guizzi e per giunta con un retrogusto molto forte di "vetusto". Mari a colori è invece un'eresia che si sarebbe potuta evitare.

- L'inferno in terra di Giovanni Gualdoni e Roberto De Angelis è infine la storia che mi è piaciuta di più. Sebbene venata di una retorica un po' troppo marcata, è comunque ben costruita, ben ritmata e ricorda (da lontano) le narrazioni oniriche di Sclavi, che a me piacciono molto. Ottimo anche De Angelis, pulito ed espressivo come sempre.

Nel complesso, quello che mi ha deluso di più, è, come già l'anno scorso, il fatto che la presenza del colore sia solo una semplice aggiunta commerciale, non un qualcosa su cui poter giocare anche a livello narrativo, come per esempio ha fatto (in maniera esemplare) Alfredo Castelli su Martin Mystère in un paio di occasioni (mi riferisco ai numeri 100 e 200 della serie regolare dedicata al personaggio, intitolati rispettivamente Di tutti i colori! e Lo spettro della luce).
Se desiderate leggere un'opinione leggermente diversa, proprio oggi è stata messa online su Comicus.it la recensione di questo volume dall'orrida grafica di copertina, scritta da Giovanni La Mantia.

mercoledì 13 agosto 2008

In ricordo di Mike Wieringo

Il 13 agosto dello scorso anno è scomparso il disegnatore americano Mike Wieringo, apprezzatissimo negli States ma anche in Italia. Per l'occasione vi segnalo lo speciale che Comicus.it realizzò, con la solita passione e attenzione, in seguito al tragico evento, ma ho pensato di proporvi anche un articolo sull'autore, che ho scritto per il n. 155 di Fumo di China.

Lo scorso 13 agosto una tragedia ha scosso il comicdom statunitense e non solo: all’età di 44 è infatti deceduto per un infarto il disegnatore Mike Wieringo. Conosciuto anche con il soprannome di ‘Ringo, era tra gli autori più apprezzati dai fan, grazie a una lunga carriera passata a disegnare alcuni dei più importanti personaggi Marvel e DC, ma soprattutto per la sua famigerata naturalezza, che traspariva con incanto anche dai suoi disegni pieni di vita e di spontaneità. Nato in Italia, aveva iniziato a pubblicare per la piccola casa editrice Millenium Publications nel 1991, subito dopo la laurea in Communication Arts and Design presso la Virginia Commonwealth University (che ha sede a Richmond, in Virginia). Furono Brian Steelfreeze e Karl Story dei Gaijin Studios a procurargli quel primo lavoro, dopo che Mike aveva mostrato loro i propri lavori alle più importanti convention americane. Se pure di scarsa rilevanza, questo incarico gli servì per farsi notare dalla DC Comics, che gli affidò prima un paio di storie della Justice League per poi dirottarlo sulla serie regolare di Flash, da poco rilanciata da Mark Waid e già rimasta orfana di Greg La Roque. Il tratto di Wieringo era ancora acerbo e incerto, nonostante fosse già fresco e dinamico. All’epoca il suo stile era fortemente influenzato da uno dei classici autori del Velocista Scarlatto, Carmine Infantino, ma nella mimica dei personaggi ricordava molto anche Kevin Maguire, reduce dal successo della Justice League International con J.M. DeMatteis e Keith Giffen. Fin da subito, ‘Ringo iniziò a prendersi anche delle leggere licenze anatomiche, ma apparentemente senza un preciso progetto grafico, se non quello di rendere più spettacolari le tavole. Su The Flash ebbe anche l’occasione di contribuire alla creazione di un personaggio che avrebbe avuto subito una notevole importanza nel cosmo DC: Bart Allen, ovvero Impulso, nipote di Barry Allen (il Flash della Silver Age) e che di lì a poco sarebbe diventato anche titolare di una propria testata.

In quello stesso periodo, in America iniziarono a diffondersi ancor più che in passato i fumetti giapponesi, impressionando molti disegnatori tra i quali Joe Madureira (Uncanny X-Men), Jeff Matsuda (X-Factor) e lo stesso Wieringo, che nel frattempo era passato alla Marvel. Nel 1996 Mike divenne infatti il disegnatore ufficiale della serie The Sensational Spider-Man, appena conclusa la Saga del Clone. Questo incarico (arrivato dopo aver disegnato uno strano incrocio tra l’Uomo Ragno e Superboy chiamato Spider-Boy, per la linea Amalgam) fu molto importante per la sua carriera, principalmente per due motivi: innanzitutto ebbe l’occasione di lavorare per la prima volta con il suo grande amico Todd DeZago (tra l’altro contribuendo anche a diversi soggetti); da un punto di vista stilistico, invece, il lavorare su un personaggio dalle posi spettacolari come quelle assunte dall’Uomo Ragno sopra i tetti di New York gli permise di provare ad amalgamare le influenze dei manga con il proprio stile. Per fortuna la sua striscia di storie fu lunga, perché Mike non riuscì a trovare subito le giuste misure di piedoni e occhioni alla “giapponese”.

Conclusa l’esperienza alla Marvel, nel 1999 ‘Ringo passò alla Image per poter pubblicare una serie da lui creata con l’amico DeZago e intitolata Tellos: una testata fantasy, con protagonista dei pirati, durata 10 numeri. In realtà, non fu pubblicata interamente sotto le insegne della Image, dato che nel 2000 il disegnatore, insieme ad altri amici e colleghi, fondò l’effimera etichetta dal nome di Gorilla Comics (ma sempre all’interno della Image). Wieringo comunque rimase sempre legato ai personaggi di Tellos, tanto da ripescarli di tanto in tanto per degli speciali o delle storie brevi. E proprio nell’ultimo periodo stava lavorando a dei nuovi personaggi da inserire nelle storie future, com’è possibile vedere dagli ultimi post del suo interessantissimo (e costantemente aggiornato) blog. Tellos è stata anche parzialmente pubblicata in Italia, dalla Panini Comics. In ogni caso, l’esperienza di una serie da lui creata, sul quale aveva dunque potuto lavorare senza l’assillo delle scadenze, gli permise di raffinarsi e di personalizzare al meglio il proprio stile, finalmente maturo.

Tale crescita fu ancor più evidente sulle pagine di Adventures of Superman, quando, tra il 2001 e il 2002, si trovò a dover realizzare le tavole più velocemente, adottando uno stile più asciutto ma sempre piacevole e dinamico. Nonostante questo, però, il suo Uomo d’Acciaio (sceneggiato da Joe Casey) era ugualmente una figura imponente e maestosa come era giusto che fosse. In piena guerra tra Marvel e DC per accaparrarsi gli autori più “caldi” a suon di contratti d’esclusiva, fu la prima a spuntarla. Wieringo ebbe la possibilità di ritrovare dopo ben 8 anni l’amico Mark Waid, con il quale realizzò un lungo ciclo di storie (36 episodi, di cui 27 firmati da Wieringo) della serie Fantastic Four. In una di esse, Mike ebbe addirittura la possibilità di disegnare uno dei suoi idoli, Jack “The King” Kirby, il creatore dei Fantastici Quattro. Le storie di Waid e Wieringo segnarono sicuramente un passo in avanti nella storia dei personaggi, pur non venendo purtroppo apprezzate da tutti i fan del Quartetto, che le giudicarono poco in linea con le caratterizzazioni più classiche (bisogna in effetti ammettere che almeno l’ultima saga, con protagonista Galactus, è stata scritta con molta superficialità, ma di questo il disegnatore non aveva sicuramente colpa).

Finito l’incarico, nel 2005 alla Marvel venne spontanea l’idea di affidargli le matite di una nuova serie dell’Uomo Ragno, Friendly Neighborhood Spider-Man, scritta da Peter David. Lo sceneggiatore “regalò” a Mike delle sceneggiature frizzanti e piene di azione con cui farlo trovare perfettamente a suo agio. Ma la loro collaborazione durò poco, soltanto 8 numeri, perché la Marvel chiese al disegnatore di occuparsi della miniserie Spider-Man and the Fantastic Four scritta da Jeff Parker. In realtà, finito questo lavoro, Mike avrebbe dovuto tornare a disegnare le storie di David, ma purtroppo non ne ha avuto l’occasione, a causa della sua prematura scomparsa.

Il modo migliore per rendergli un ultimo commiato è quello di pubblicare le sue stesse parole, pronunciate durante un’intervista rilasciata ad Alan David Doane del sito Newsarama: “Penso che la forza più grande che ho al tavolo da disegno sia quella di sentire che il mio lavoro è aperto e accessibile alla gente. Io ho, credo, uno stile “amichevole” di disegno con cui la gente può facilmente relazionarsi – e può essere descritto come un tipo di tratto “per tutte le età”. Ho sempre voluto essere un attore, ma non ho l’aspetto giusto – così ho cercato di infondere nel mio lavoro molta drammaticità o umorismo o tragicità, che sono richiesti in maniera appropriata, senza esagerare. E mi sono concentrato sul cercare di raffigurare il naturale linguaggio del corpo, qualsiasi cosa stia succedendo nella scena che sto disegnando.” E noi possiamo sicuramente affermare che ci sia riuscito in pieno, ogni volta che il nostro sguardo ricade sui suoi personaggi, ai quali è sempre stato facile affezionarsi per la forte umanità che emergeva anche quando indossavano dei costumi colorati da supereroi.

Bibliografia essenziale:

Justice League Quarterly nn. 11-12 (DC Comics)

The Flash vol. 2 nn. 80-92 (DC Comics)

Firearm n. 0 (Malibu Comics)

Rogue vol. 1 nn. 1-4 (Marvel Comics)

The Sensational Spider-Man vol. 1 nn. 8-31 (Marvel Comics)

Robin nn. 19-22, 25-31 (DC Comics)

Tellos nn. 1-10 (Image Comics/Gorilla Comics)

Adventures of Superman nn. 592-600 (DC Comics)

Fantastic Four nn. 472-507 (Marvel Comics)

Friendly Neighborhood Spider-Man nn. 1-5, 8-10 (Marvel Comics)

Spider-Man and the Fantastic Four nn. 1-4 (Marvel Comics)

martedì 12 agosto 2008

L'arrivo dei cloni (dopo i culoni)

Il giorno di Ferragosto negli States uscirà Star Wars: Clone Wars, nuovo film della saga di Guerre Stellari, il primo in versione animata (in 3D). Il lungometraggio, di 90 minuti, fungerà praticamente da episodio pilota per una serie televisiva (sempre animata tridimensionalmente) che dovrebbe essere composta da 100 episodi. La data di uscita italiana del film è stata invece fissata per il 19 settembre. Ecco il trailer italiano:

Star Wars: the Clone Wars - trailer italiano


La collocazione di questo nuovo film? Tra Episodio II - L'Attacco dei Cloni ed Episodio III - La Vendetta dei Sith, anche se tempo fa avevo letto da qualche parte che la serie televisiva sarebbe stata invece collocata tra le due trilogie.
Da buon fan di Star Wars (non abbastanza però da conoscere tutte le battute a memoria o travestirmi da Chebecca alle proiezioni o ancora partecipare a tornei di scherma con la spada laser) lo attendo con molta curiosità, pur non essendo totalmente convinto della qualità dell'animazione.

Ah, se non la conoscete, vi consiglio Wookiepedia, l'enciclopedia di Guerre Stellari in rete.

sabato 9 agosto 2008

Quel culone di Superman

Come riportato dal sito americano Uncivil Society, la DC Comics di recente ha tirato fuori un interessante carteggio intercorso tra il 1939 e il 1947 con Jerry Siegel e Joe Shuster, i due creatori di Superman. Sebbene queste lettere siano state rese pubbliche con l'intento di dimostrare che il personaggio venne creato su commissione della casa editrice (vicenda legata al riconoscimente della proprietà sul copyright del personaggio, per la quale le parti sono in lotta fin dagli inizi), rivelano anche particolari molto interessanti.

Iniziando dallo stesso Uomo d'Acciaio (che, lo ricordo, a giugno ha raggiunto la ragguardevole età di 70 anni), la casa editrice lamentò il fatto che il personaggio venisse disegnato con un sedere troppo grosso, dandogli un aspetto da omosessuale (?). Volete un esempio? Eccolo!

Ma le lettere dell'editore erano più che altro incentrate su Lois Lane, che risultava troppo sexy e formosa, tanto da sembrare incinta! Anche qui c'è un esempio molto chiaro.

Dopo un primo tentativo di "aggiustamento" andato a male, fu allora lo stesso editor dei due autori, Whitney Ellsworth a suggerire come avrebbero dovuto rappresentare Lois:

Per quanto riguarda il vestiario, invece, l'editor suggeriva di prendere ispirazione da riviste come Vogue e Vanity Fair.
Questa è sicuramente una vicenda che oggi fa sorridere, ma che da un'idea precisa di quanti problemi di tipo creativo abbia avuto per anni il fumetto americano (già molto tempo prima di giungere a Fredric Wertham e al suo Seduction of the Innocent del 1954) e soprattutto i suoi autori, per anni (più o meno fino agli '80) considerati pochissimo, in quanto semplici mestieranti al lavoro su personaggi troppo famosi per dipendere da loro (su quanto si sbagliassero, la storia è stata opportuna maestra).

lunedì 4 agosto 2008

Lego, mon amour...

Fin da bambino ho sempre amato i Lego, ne avevo tantissimi. A differenza di altri giocattoli, che smontavo e rimontavo a piacimento, per i mattoncini colorati ho avuto sempre una specie di "riguardo", attenendomi quasi esclusivamente a quanto scritto alle istruzioni degli oggetti che di volta in volta montavo, fosse una semplice automobile o una caserma dei pompieri.
Negli ultimi tempi, in rete, sta impazzando la moda di fare cose sempre più divertenti ed elaborate con i Lego, come dimostra il "genio" che sta riproducendo l'intera Bibbia, facendone una specie di buffo fotoromanzo. Il progetto si chiama The Brick Testament.

Da tempo, poi, YouTube è è pieno di filmati in stop motion che riprendono o parodizzano scene di film famosi. Vi consiglio soprattutto quelli su Star Wars.
Un paio di giorni fa, invece, mi è capitato di scoprire un sito, The Toy Zone, dove pubblicano foto di molti lavori fatti con i Lego, tra cui le riproduzioni di alcune copertine di album molto famosi, a partire da questa:

Ce ne sono 20 da vedere, alcune forse un po' troppo sofisticate, altre meravigliose (come quella di Nevermind dei Nirvana).
Sempre nello stesso sito si trova la classifica dei 10 giocattoli che vi manderanno all'inferno, tra cui spicca, almeno per quanto mi riguarda, la posizione numero 9:

Chiudo con una segnalazione anche per il sito Brickshelf, nel quale è possibile trovare anche uno splendido Alan Moore:

domenica 3 agosto 2008

Echo di David Mack

Questa settimana è uscito il numero 140 di Devil & Hulk, contenente, tra le altre cose, anche l'ultima parte di Echo: La ricerca della visione, arco narrativo della collana Daredevil scritto e disegnato da David Mack, autore celebre soprattutto per la serie indipendente Kabuki.

Non si fa sicuramente fatica a definirla un'opera molto particolare, soprattutto dal punto di vista grafico. Mack ha utilizzato una tecnica personale, che incrocia il disegno con la composizione grafica, rendendo ogni tavola diversa dalle altre e sfruttando in pieno molte delle potenzialità (non ancora ben comprese da tutti) del fumetto: il testo diventa parte integrante della grafica, un ulteriore elemento che arricchisce la pagina, non un "ingombro" per cui ricavare spazio. Penso poi, che, tra i disegnatori che fanno largo uso di elementi grafici computerizzati, sia uno dei pochi a lasciare molto spazio al disegno, che sia ad acquerello oppure semplicemplicemente schizzato per apparire (volutamente) infantile. Praticamente non ci sono vignette, tutta la pagina viene sfruttata. Per fornire comunque una scansione narrativa vengono utillizati elementi come cornici (quelle dei quadri, per intenderci) o addirittura merletti.
Anche la storia, poi, mi è piaciuta davvero molto. Si tratta di una specie di romanzo di formazione (attraverso la ricerca del proprio spirito guida) incentrato su un personaggio sicuramente minore dell'universo Marvel (anche se viene utilizzato sempre più spesso), ovvero Maya Lopez, conosciuta anche con il nome di battaglia di Echo, ragazza di origine indiana (d'America), sorda fin dalla nascita ma con la straordinaria capacità di replicare tutto ciò che vede anche solo per pochi attimi. Ho trovato molto carini soprattutto i passaggi in cui lei, da bambina, cuoriosamente cerca di scoprire il mondo che la circonda, chiedendo ripetutamente al padre che rumore facciano il sole, l'arcobaleno o le stelle.
Un'opera visionaria, anche grazie agli inserti legati alle tradizioni dei nativi americani, che sicuramente approfondisce il personaggio più di quanto avesse fatto la sua storia d'esordio (Parti di un buco, scritta da Mack e disegnata da Joe Quesada, di cui tra l'altro proprio questa settimana è uscita la ristampa in volume), che era incentrata soprattutto sulla sua entrata in scena e sulla sua particolare relazione con Matt Murdock/Devil.

E pensare che inizialmente la Panini Comics aveva deciso di non pubblicare questa storia (soprattutto perché il titolare della testata, Devil, si vede solo di sfuggita in un paio di occasioni, ma anche perché considerata troppo difficile per il lettore occasionale). E' dovuta però tornare sui suoi passi vista la presenza ormai stabile del personaggio tra i Nuovi Vendicatori.
Per leggerla, dunque, dovete recuperare i numeri di Devil & Hulk dal 137 al 140.

venerdì 1 agosto 2008

Cross Game di Mitsuru Adachi

Qualche mese fa, all'interno del Garage Ermetico, parlammo di Cross Game, serie più recente di uno dei pochi autori giapponesi che apprezzo davvero tanto, Mitsuru Adachi (o Adachi Mitsuru).

Il primo volume era carino, metteva in scena i personaggi e presentava uno snodo narrativo drammatico e interessante. Il secondo, a causa di uno stacco temporale molto netto, doveva reintrodurre i personaggi e quindi si poteva considerare un nuovo punto di partenza immediatamente dopo il precedente. In più, era infarcito del solito autoreferenzialismo di Adachi, che inizialmente diverte, ma alla lunga infastidisce (il primo capitolo del volume, però, da un punto di vista metafumettistico, è decisamente interessante).
Oggi invece ho letto il terzo numero di questa serie ottimamente confezionata dalla Flashbook e sono rimasto davvero (finalmente) molto soddisfatto. I personaggi finalmente cominciano a crescere e divenire familiari, mentre le vicende si fanno sempre più avvincenti e appassionanti. Nonostante, a uno sguardo superficiale, i manga di Adachi possano sembrare tutti molto simili tra loro, in realtà poco conta che a fare da sfondo ci siano quasi sempre il baseball, la scuola o altro, perché da una serie all'altra cambiano i personaggi e soprattutto gli intrecci che vengono intavolati tra di loro, sempre umani, mai banali.
Mi aspetto quindi molto dai prossimi numeri.
Tra l'altro Adachi sembra essere tornato di moda, se è vero che la Star Comics sta ristampando Short Program (raccolta di storie brevi) e la stessa Flashbook ha già annunciato per ottobre la pubblicazione di Katsu!, serie ambientata nel mondo del pugilato che, a detta di molti, è una delle migliori prodotte dall'autore nel corso della sua ormai lunga carriera.

mercoledì 30 luglio 2008

Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora!

Ieri sera sono andato a vedere Il Cavaliere Oscuro, seguito dell'ottimo Batman Begins.



Si tratta davvero di un gran bel filmone, forse un po' "sonnacchioso" nella prima parte, in cui tutti gli elementi entrano in gioco, ma realmente folgorante nella seconda, vero e proprio manifesto del genio criminale del Joker. La scena secondo me più indicativa di tutto il film è quella dell'interrogatorio del Joker (in cui tra l'altro c'è un chiaro omaggio al Killig Joke di Alan Moore), vera e propria perla stilistica del regista Christopher Nolan, comunque ottimo lungo tutto il film.
Sebbene continui a trovare inappropriato Christian Bale nei panni di Bruce Wayne/Batman, il resto del cast è (quasi tutto) eccezionale, da (ancora una volta) Gary Oldman/Jim Gordon fino a Morgan Freeman/Lucius Fox, passando per la new entry Aaron Eckhart nei panni di un Harvey Dent davvero molto realistico e ben caratterizzato. Ho lasciato da parte volutamente due altri importanti membri del cast: Michael Caine (ancora una volta nei panni di Alfred) perché, sebbene sia un grande attore, in questo caso tra l'altro in una parte che gli sembra cucita addosso, non mi è mai piaciuto; Heath Ledger semplicemente perché merita un discorso a parte.

La sua prova è davvero maiuscola e con il suo Joker riesce (come già era accaduto nel primo Batman di Tim Burton) a oscurare la figura dell'Uomo Pipistrello, ergendosi a reale protagonista della pellicola. La sua caratterizzazione del personaggio differisce enormemente da quella di Jack Nicholson di quasi venti anni fa: quest'ultimo vestiva i panni di un Joker istrionico, Ledger interpreta uno schizoide dotato di lucida follia. Certo mancano momenti come la "visita" al museo o la lunga pistola estratta dalla gamba dei pantaloni dell'opera di Burton, ma questo Joker è senza dubbio in linea con la versione più moderna, quella raccontata da Grant Morrison e Paul Dini nelle storie attualmente pubblicate da Planeta DeAgostini, per intenderci.
Detto questo, continuo comunque a trovare assurda l'idea di assegnare un Oscar postumo a Ledger, come si vocifera da tempo.

lunedì 28 luglio 2008

L'album del mese di luglio

L'album che ho ascoltato di più questo mese è senza dubbio We Started Nothing, divertente debutto del duo inglese The Ting Tings, composto da Jules de Martino (batteria e voce) e dall'avvenente Karie White (chitarra, basso e voce).

Si tratta di un brillante esempio di british pop, con qualche accenno di funky che non guasta mai. I testi di alcuni brani sono forse un po' troppo semplici e banali, ma non si può avere sempre tutto, no?
Il loro primo singolo, intitolato Great Dj, ha girato molto (anche in tv per colpa di un paio di pubblicità).
Nel loro sito potete trovare un sacco di roba interessante, tra cui i video e alcuni brani tratti dal loro album.
Da pochi giorni è uscito un nuovo singolo, che poi è anche la mia traccia preferita dell'album, e finalmente hanno realizzato un video in cui non ci siano soltanto loro due che cantano. Si chiama Shut Up and Let Me Go e per ascoltarla (e vederla) potete andare su The Ting Tings TV.

domenica 27 luglio 2008

Finalmente!

Ho un nuovo appartamento! Proprio stamattina mi ci sono trasferito. E' un monolocale abbastanza grande, con zona notte soppalcata. C'è anche la finestra in bagno! Ed è piena di posto per stipare i miei tantissimi fumetti (come pure i cd, i dvd, i libri...). E' arridata completamente con mobili di provenienza svedese, che sembra si debbano rompere da un momento all'altro.
Unico neo: è un piano terra (con ingresso indipendente). Per essere un ripiego trovato all'ultimo momento, direi che non mi è andata per niente male, anzi!

Ecco una foto scattata di notte:

mercoledì 23 luglio 2008

lunedì 21 luglio 2008

Batman sbanca il botteghino!

Come testimonia anche questo articolo, Batman: The Dark Knight, il nuovo film sull'Uomo Pipistrello che sarà nelle sale italiane tra pochi giorni (il 23 luglio), negli States ha già sbancato il box office. Il miglior debutto della storia del cinema! Niente di particolarmente sorprendente, ma tale è il successo che ovviamente è stato messo in cantiere un nuovo seguito, di cui è già pronta la locandina:

mercoledì 16 luglio 2008

Ritratto d'autore

Come probabilmente avrete immediatamente notato, ho aggiunto nella colonna a destra il mio profilo, completo di un mio ritratto. L'autore di tale disegno è Frederik Peeters, l'autore di Pillole Blu e Lupus (entrambi usciti in italia per Kappa Edizioni).
Durante la prima edizione del BilBOlbul, infatti, intervistai il buon Frederik per il Garage Ermetico e poi gli chiesi un disegno sulla mia copia di Pillole Blu (mio fumetto preferito del 2004). Il risultato, secondo me buffissimo, lo trovate qui sotto, basta cliccarci sopra per ingrandirlo.

Piuttosto che metterci una mia foto (che tanto sarei venuto sicuramente male), ho preferito dunque estrarne il particolare del mio profilo e utilizzarlo come avatar per questo blog.
La scansione dell'immagine è di Samantha Luciani, che ringrazio pubblicamente.

lunedì 14 luglio 2008

Dix in cerca di riscatto

Finora ho parlato poco di fumetti, dovrei farlo più spesso.

Ieri per esempio ho letto il secondo numero di Jan Dix, la miniserie Bonelli di Carlo Ambrosini. Per fortuna, dopo un primo numero abbastanza deludente (anche se disegnato in maniera eccezionale), la qualità sembra essere in ripresa.

La trama funziona decisamente meglio e può ricordare alcune storie di Napoleone (il precedente personaggio di Ambrosini). In questo caso non c'è un artista di riferimento, come era stato Jan Vermeer nell'albo precedente, ma la vicenda è incentrata su alcuni affreschi tribali che raffigurano una divinità dalle sembianze di giaguaro. Il personaggio principale inizia a ingranare, dato che la vicenda lascia maggiormente spazio all'approfondimento psicologico e al rapporto turbolento e decisamente sui generis tra lui e la sua "fidanzata". L'impressione è comunque che Jan Dix manchi (almeno per il momento) di quei guizzi da commedia umana che invece Napoleone aveva, grazie anche a ottimi personaggi di contorno come Boulet, Allegra o i tre "Spiritelli".

A non convincermi ancora una volta, inoltre, è l'alto numero di pagine, con cui Ambrosini sembra che debba ancora prendere per bene la mano. Ora ci attende, a settembre, un terzo numero disegnato da Paolo Bacilieri, dal quale è lecito aspettarsi molto.