sabato 24 dicembre 2011

Inadeguatezza natalizia


Traduzione di Elena Battista. © 2001 James Kochalka. © 2006 Fernandel per l'edizione italiana.

giovedì 10 novembre 2011

Lo strano intreccio tra David Hajdu e Michael Chabon

Questo è un post che avrei voluto scrivere diversi mesi fa, prima dell'estate, e che forse ora risulterà un po' datato, anche perché si parla di due libri che ho letto anche con un po' di ritardo sull'uscita (di alcuni mesi il primo, di diversi anni il secondo). Due libri totalmente diversi tra loro, ma che casualmente letti uno dietro l'altro hanno dimostrato di avere qualcosa di evidente in comune.
Il primo di questi due testi è un saggio storico scritto da un critico musicale (e professore universitario) del New Jersey, David Hajdu, e si intitola Maledetti fumetti! (l'edizione italiana, curata da Marco Pellitteri, è stata edita da Tunué). Tramite l'analisi di documenti e la raccolta di interviste (per lo più realizzate di prima mano), Hajdu ricostruisce la storia del fumetto americano tra gli anni Quaranta e Cinquanta, in cui ci fu l'ascesa e, in rapida successione, anche il declino di un tipo di fumetto, horror o poliziesco, alternativo a quello supereroico che aveva caratterizzato la Golden Age. Declino dovuto alle campagne denigratorie contro i comic book, che in molti ritenevano potessero plagiare le menti dei giovani lettori.


In particolare, quindi, si parla dell'epopea della EC Comics di William Gaines, che diede spazio alla creatività dei migliori autori dell'epoca: Harvey Kurtzman in primis, ma anche Al Feldstein, Joe Orlando, Wally Wood e tanti altri.
Anche se più di qualche informazione presente nel libro era già nota, questo saggio è fondamentale perché fornisce numerosi retroscena inediti e allo stesso tempo offre un'analisi dettagliata, approfondita e organica dell'argomento. E mi ha letteralmente conquistato, anche perché è scritto talmente bene da risultare appassionante come un romanzo, con gli autori di fumetti come ineluttabili protagonisti. Del resto, poi, le vicende raccontate forniscono un interessante punto di vista sulla società americana dell'epoca, già segnata dalla caccia alle streghe del senatore Joseph McCarthy, di cui queste furono una "antipatica" estensione.
Il secondo "tomo" di cui voglio parlare è, invece, proprio un romanzo, costruito su diversi livelli di lettura, uno dei quali, quello delle vicende storiche, talmente approfondito da dare al tutto la valenza di un saggio. Mi riferisco a Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay, del romanziere americano Michael Chabon (uscito in diversi edizioni, io ho letto quella pubblicata nel 2009 da Rizzoli sotto l'etichetta BUR, di cui potete vedere la copertina qui sotto).


La storia è incentrata su due talentuosi autori di fumetti, Josef Kavalier e Samuel Klayman (meglio conosciuto come Sammy Clay), costruiti un po' su Will Eisner, un po' su Stan Lee, un po' su Jack Kirby e un po' su altre personalità, pur mostrando caratteri originali. Il romanzo prende inizio nel 1938, anno della prima pubblicazione di Superman, e attraversa tutta la Golden Age del fumetto, fino ad arrivare al 1954, alla campagna contro i fumetti dello psichiatra Fredric Wertham e alla commissione di Estes Kefauver. Ed è proprio lì che il romanzo di Chabon si intreccia con il saggio di Hajdu: Kavalier e Clay sono personaggi fittizi, ma potrebbero bensisimo essere alcuni degli autori protagonisti delle vicende reali descritte minuziosamente dal secondo.
Chabon, da evidente appassionato di fumetti, scava nelle radici ebraiche del fumetto americano e si diverte a utilizzare alcune note personalità di questo mezzo artistico come personaggi secondari o anche solo mere comparse, da Joe Simon a Martin Goodman, fornendo consistenza storica alle vicende raccontate. Talmente tanta consistenza, che il libro si è aggiudicato nel 2001 il premio Pulitzer per la narrativa.
C'è poi da considerare che Chabon sembra avere sempre in testa i fumetti: il suo stile è particolarmente descrittivo (come per una sceneggiatura) e i vuoti (di tempo) tra un capitolo e l'altro ricordano lo spazio bianco tra le vignette, in cui è il lettore a doverci infilare in modo inconscio il collegamento tra di esse.


Tanto per chiudere con un altro collegamento tra Chabon e i fumetti, come potrete notare dall'immagine qui sopra, la prima edizione italiana di Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay esibiva in copertina un disegno di Leo Ortolani, il creatore di Rat-Man, in pieno stile kirbyano.
Immagino che sia inutile aggiungere, in definitiva, che consiglio la lettura di entrambi i libri.

venerdì 4 novembre 2011

This Must Be the Place

Non dico che sia un brutto film, anzi. Tecnicamente è forse ineccepibile (per quel poco che ne posso capire io) e al centro di tutto c'è uno Sean Penn straordinario come sempre, in grado di reggere benissimo l'intero film sulle proprie spalle. Però a fine proiezione ero decisamente perplesso.


Non so spiegare bene perché. Semplicemente This Must Be the Place non mi ha lasciato nulla. Forse perché tra i vuoti che Paolo Sorrentino è bravissimo (come al solito) a dirigere, non ho trovato nulla di coinvolgente. Forse perché i personaggi di contorno, che dovrebbero contribuire a definire il protagonista e a dare vigore alla trama, sono troppo fugaci.
La colonna sonora di David Byrne, però, è splendida.


venerdì 28 ottobre 2011

Strange People

Visto che la pubblicazione di Strange People, la mia prima sceneggiatura disegnata e pubblicata, è stata un po' confusa, divisa com'è in quattro post, ho deciso di fare un veloce riassunto.
Qui sotto trovate i link alle quattro parti che la compongono.


Buona lettura!


martedì 25 ottobre 2011

Come Zeman c'è solo Zeman

Nella mia breve vita, non ricordo un'altra persona nel mondo del calcio così intelligente, sinceramente sfacciata e dotata di una fine auto-ironia come Zdeněk Zeman.
Senza contare che si tratta anche di un allenatore preparatissimo, che probabilmente non ha ricevuto quel che meritava per cause esterne al vero gioco del calcio (non bisogna mai mettersi contro i potenti). Però Zeman è diventato comunque una leggenda, si è sempre rimesso in discussione, anche ripartendo da piccole società, ed è impossibile non tifare per lui, anche grazie al gioco spregiudicato e divertente che mette in campo.


Se a Natale vorrete farmi un regalo, quindi, il cofanetto della minimum fax che contiene due documentari e un libro a lui dedicati sarebbe molto ben gradito.


Io ho visto il primo dei due documentari, Zemanlandia, che era già uscito alcuni anni fa, e merita davvero di essere visto dagli appassionati, davvero una bella rappresentazione di quello che fu il "Foggia dei miracoli", una delle più belle esperienze del calcio moderno.

lunedì 17 ottobre 2011

Strange People (ultima parte)


Ed ecco infine l'ultima parte! Virginia ha commissionato a un killer tedesco l'omicidio di suo marito Greg, dopo che quest'ultimo ha riempito la casa di scarafaggi... ma com'è iniziato tutto?
Nella prima pagina di questo capitolo, Greg e Pat stanno parlando di un incontro di pugilato che si è davvero svolto nel 1936 a New York (per la precisione allo Yankee Stadium) tra l'afroamericano Joe Louis e il tedesco Max Schmeling. Joe Louis sarebbe in effetti diventato campione dei pesi massimi (e uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, il primo di colore a essere apprezzato anche dai bianchi), ma quell'incontro (il migliore dell'anno, secondo la rivista Ring Magazine) lo vide sconfitto per KO alla dodicesima ripresa, contro ogni pronostico.
Qui sotto c'è un celebre scatto di quell'incontro.


venerdì 14 ottobre 2011

Strange People (terza parte)


Greg, dopo aver iniziato ad "allevare" scarafaggi in casa, è stato fatto uccidere da sua moglie Virginia. Ma quando è scoppiata la scintilla che ha portato la donna a prendere questa decisione? Si scoprirà in questa terza parte, incentrata su Pat, il miglior amico di Greg.
Mi pare che questa volta non ci sia bisogno di annotazioni di alcun tipo.
Il finale si avvicina, manca solo l'ultima parte, in cui si capirà come è iniziato tutto.

Leggi qui l'ultima parte.

mercoledì 12 ottobre 2011

Strange People (seconda parte)


Dopo che Greg Potter è stato ucciso da un killer tedesco, torniamo indietro di qualche giorno, per scoprire l'identità del mandante. O meglio... della mandante, sulla quale è incentrato l'intero secondo capitolo.

Solo un appunto, visto che potrebbe non essere chiaro: nel sogno all'inizio della sequenza, Virginia sta sognando Greg ucciso da un soldato tedesco con un'uniforme della Prima guerra mondiale. Il suo inconscio evidentemente non sa davvero come figurarsi l'assassino di cui è in attesa.

Nella terza parte, si capirà meglio cosa ha spinto Virginia ad assoldare un killer ed entrerà in scena Pat, il miglior amico di Greg.

Leggi qui la terza parte.

lunedì 10 ottobre 2011

Strange People (prima parte)

La mia prima storia a fumetti pubblicata risale al 2002. Dato che Medicina Nucleare, la casa editrice che l'ha data alle stampe, non esiste più, e l'albo che la conteneva è ormai introvabile, ho deciso di pubblicarla su questo blog, divisa però in 4 parti (come i relativi capitoli che la compongono), non tanto per creare pathos, quanto per non allungare troppo questo post e per avere anche spazio per raccontare qualche retroscena.
La storia in questione si chiama Strange People (il titolo deriva da questo brano dei Doors), è disegnata da Raffaele Marinetti, ed è un noir ambientato nella New York del 1936, in pieno New Deal rooseveltiano. Nel periodo in cui l'ho scritta ero parecchio in fissa per i vecchi film in bianco e nero.
Ecco la copertina un po' kafkiana con cui venne pubblicata.


Strange People è raccontata al contrario, quindi il primo capitolo, che potete leggere qui sotto, descrive il finale, per poi andare a ritroso nel tempo alla scoperta delle motivazioni che hanno portato a questa scena.
Non fate caso al brutto font utilizzato per il lettering: errori di gioventù.
Dopo le tavole, troverete qualche ulteriore annotazione.
Ogni capitolo è incentrato su un personaggio in particolare, il primo su un killer tedesco emigrato negli Stati Uniti e appassionato di cinema. Nelle mie intenzioni, voleva rappresentare metaforicamente la fuga all'estero dei registi tedeschi (su tutti Fritz Lang) per sfuggire al regime nazista. Dal cinema espressionista tedesco, tra l'altro, il personaggio prende i nomi utilizzati nelle sue apparizioni (non saprei dire neppure io come si chiami in realtà).

Nella seconda parte, on line tra qualche giorno, si scoprirà invece chi è stato il mandante dell'omicidio del povero Greg Potter.

Leggi qui la seconda parte.

venerdì 7 ottobre 2011

X-Men: L'inizio

Dei tre film con personaggi Marvel usciti nelle sale prima dell'estate, avevo visto quelli dedicati a Thor e a Capitan America, ma avevo perso X-Men: L'inizio, prequel dei due film diretti da Bryan Singer e distribuiti tra il 2000 e il 2003 (il terzo capitolo della saga, di Brett Ratner, è talmente brutto e insignificante da poter essere tranquillamente dimenticato).
Approfittando dell'uscita in dvd, quindi, un paio di sere fa ho deciso quindi di recuperarlo, spinto anche dai commenti positivi raccolti in questi mesi.


E in effetti si tratta davvero di un buon film, ben sceneggiato (grazie anche al forte contributo di Singer, che ha dimostrato ancora una volta la sua passione per i personaggi) e ben interpretato, almeno per quanto riguarda i ruoli principali. Un film tutto giocato sul triangolo composto da un giovane Charles Xavier, un vendicativo Erik Lehnsherr/Magneto e un ambizioso Sebastian Shaw, che vorrebbe sottomettere l'umanità ai mutanti.
Ho apprezzato molto il gusto vintage con cui è stato realizzato il film (ambientato negli anni Sessanta), anche grazie a un'adeguata colonna sonora. Per metà film, tra l'altro, il film sembra un film di spionaggio alla 007, anziché un classico film con i supereroi Marvel. Poi la trama del film inizia a incrociarsi con avvenimenti storici reali (in particolare la crisi cubana), scadendo a tratti nel kitsch.


Mi è piaciuta anche la scelta di porre il film in continuity con i due precedenti di Singer, inserendo molti rimandi alle trame già raccontate, senza ovviamente appesantire la trama per i nuovi spettatori. Ho trovato molto carini, in particolare, i cameo di Hugh Jackman e Rebecca Romijn, che tornano simpaticamente nei panni rispettivamente di Logan/Wolverine e di Raven Darkholme/Mystica.
A proposito di attori... su tutti spicca l'emergente Michael Fassbender nei panni di un Magneto inesperto ma già molto determinato a prendere una strada diversa da quella del suo "amico" Charles.
Rimanendo ancora sul cast, è impossibile non esprimere soddisfazione per la scelta di January Jones per il ruolo di Emma Frost. Oltre ad avere davvero una gran bella presenza (diciamo così), l'attrice è riuscire a mettere in scena l'altezzosità e la glaciale regalità della sua controparte cartacea, risultando perfetta per la parte.


Il film però pecca di grosse carenze tecniche, soprattutto per quanto riguarda la regia di Matthew Vaughn e gli effetti speciali, a tratti quasi imbarazzanti. Non è un caso, forse, che la sceneggiatura punti più sul rapporto tra i personaggi che sull'azione.
Insomma, si tratta di un film modesto (nel senso buono del termine), senza pretese, ma che riesce benissimo a raccontare la propria storia, proponendo dei personaggi carismatici e interessanti e soprattutto intrattenendo lo spettatore.

mercoledì 5 ottobre 2011

La provocazione di Wikipedia

Da ieri sera, nella homepage di Wikipedia, la più grande enciclopedia LIBERA del mondo, appare il seguente messaggio:

Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

Lo so che questo è un sintomo e non il problema. Lo so che non c'è nessuna Wikipedia da salvare (per il momento). Lo so che quella di Wikipedia è solo una provocazione. Ma si tratta secondo me di un'ottima strategia di "marketing", che ha permesso di far arrivare la questione a molte più persone di quante sarebbero state colpite in altri modi.
Perciò, nonostante io sia "Wikipedia addicted" e faccia ormai grossa fatica a farne a meno (con la mia buona dozzina di visite giornaliere), ho accolto con piacere questa mossa.

venerdì 30 settembre 2011

Un post contro l'ammazza-blog

Accolgo e rilancio l'appello di Valigia Blu per la diffusione di un testo che faccia capire cosa comporterebbe, in sostanza, la promulgazione della cosiddetta norma "ammazza-blog" (anche se bisogna opporsi all'intera Legge Bavaglio).


Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

Qui l'articolo completo

@valigia blu - riproduzione consigliata

lunedì 26 settembre 2011

Un mio ricordo di Sergio Bonelli

Oggi avrei voluto scrivere d'altro su questo blog, ma poi, stamattina, appena acceso il computer, ho ricevuto la triste notizia della scomparsa di Sergio Bonelli, l'editore per eccellenza del mondo del fumetto italiano, padre di Zagor e Mister No e "fratello" di Tex.


La notizia mi ha lasciato un magone incredibile, perché Bonelli, con la sua casa editrice, ha costituito negli anni un perno importantissimo per il fumetto italiano, spesso criticato (anche da me) per la sua eccessiva monoliticità, ma sempre apprezzato per la sua signorilità e la sua spontaneità.
Grazie a Bonelli è stato possibile creare un immaginario di personaggi e situazioni che nel nostro Paese non aveva precedenti (e probabilmente nemmeno epigoni). Grazie a Bonelli molti autori hanno potuto per decenni esprimere al meglio la propria fantasia. Grazie a Bonelli è ancora possibile chiamare "professione" il mestiere dell'autore di fumetti.


Tra le tante interviste che ho realizzato negli ultimi 5-6 anni, tra Il Garage Ermetico e Fumo di China, una di quelle che ricordo con più piacere e che mi è sempre rimasta più impressa è stata proprio quella fatta a lui in occasione dei 60 anni di Tex (potete ascoltarla cliccando qui), quasi esattamente 3 anni fa, una delle due volte che ho avuto il piacere di intervistarlo.
Tra aneddoti e soliti catastrofismi (ricorrenti nei discorsi di Bonelli, che non ha mai visto con fiducia al futuro del fumetto), ricordo che rimasi molto sorpreso dal sapere che fosse un appassionato del Punisher della Marvel, un personaggio che fino ad allora avrei fatto molta fatica ad accostare a lui.
Dopo quella volta, Bonelli è riuscito a sorprendermi ancora altre volte, l'ultima (forse) delle quali stamattina, con la notizia imprevista della sua morte.
Un Signore come lui mancherà purtroppo moltissimo al fumetto italiano.

giovedì 22 settembre 2011

So long, R.E.M.

E' notizia di ieri che i R.E.M. si sono sciolti, dopo oltre trent'anni di ininterrotta attività, tra composizione di nuovi brani e lunghissimi tour. Le motivazioni? Ecco quanto comunicato da Michael Stipe: "Un saggio una volta disse che la cosa più importante quando si va a una festa è sapere quando è il momento di andare via. Abbiamo costruito qualcosa di straordinario insieme. E ora è tempo di abbandonarla. Spero che i nostri fan capiscano che questa non è stata una decisione facile. Ma tutte le cose hanno una fine e noi abbiamo voluto finire bene, a modo nostro".


Anche se da una parte sono dispiaciuto, dall'altra non posso non pensare che il loro meglio l'avessero già dato, e che ora ci aspettano nuovi (e speriamo altrettanto interessanti) progetti di Michael Stipe, Peter Buck e Mike Mills l'uno lontano dall'altro.
Per sintetizzare al meglio la grandezza di questo gruppo, preferisco usare le parole dei giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo (da Blues, Jazz, Rock, Pop - Il Novecento americano, Einaudi): "I R.E.M. sono la dimostrazione, una delle più brillanti in assoluto nello scenario musicale americano, che è possibile resistere alle tentazioni della grande industria discografica, che non è necessario sottostare alle regole del formato radiofonico o di Mtv, che si può passare dal mercato indipendente a quello delle major senza abbandonare la propria creatività, e che il rock, nonostante tutto, può essere ancora una lente insostituibile per leggere e interpretare la realtà".

Tra i tanti brani prodotti in questi tre decenni, i seguenti sono alcuni di quelli che preferisco (tra questi video, poi, ce ne sono anche di molto belli).




lunedì 19 settembre 2011

lunedì 12 settembre 2011

L'insegnamento del giorno

A quanto pare, i paradossi spazio-temporali non aiutano a farti restare giovane, nemmeno se sei Emmett L. Brown.


E queste scarpe sono proprio quelle indossate da Marty McFly in Ritorno al Futuro parte II, le Nike Air del 2015!


Hanno le lucine, ma chissà se si allacciano anche da sole come quelle originali.


Quindi siamo arrivati nel futuro?

martedì 23 agosto 2011

Topolino, Atomino e Romano Scarpa

Ho sempre amato leggere fumetti durante i mesi più caldi, con la più totale rilassatezza. Quest'anno le letture estive hanno però raggiunto l'apice piuttosto presto, già a metà luglio, con la saga di Atomino Bip Bip scritta e disegnata da Romano Scarpa (con inchiostri di Rodolfo Cimino), che non avevo ancora avuto la fortuna di leggere (divisa in due volumi della serie Tesori Disney, il primo è uscito a luglio, il secondo sarà nelle edicole a ottobre).


Le storie di Scarpa, a qualsiasi epoca appartengano, sono sempre brillanti e avventurose, ma soprattutto intelligenti, cosa che non accade con la maggior parte di quelle contemporanee. L'autore, infatti, è sempre stato molto bravo nel riuscire a essere istruttivo ma non pedante. E in più le sue sono avventure "colte", in senso buono.
Per esempio, Topolino e la collana Chirikawa, la storia che tra le quattro presenti nel primo dei due volumi cartonati di cui sto parlando è quella che mi è piaciuta di più, presenta citazioni parecchio evidenti di due classici film di Alfred Hitchcock, Io ti salverò e La donna che visse due volte, come sottolineato negli articoli a corredo.
E proprio come in un film di Hitchcock, l'elemento predominante è il mistery, attorniato da tanta azione avvincente e anche da alcuni divertenti inserti umoristici. Con più di una strizzatina d'occhio a Floyd Gottfredson, ovviamente, che del Topolino avventuroso a fumetti è stato l'artefice principale.


E poi Scarpa era dotato di una fantasia senza limiti, che lo portava a ideare marchingegni fantascientifici davvero incredibili e meravigliosi, a volte anticipando la realtà.
Insomma, la saga di Atomino rappresenta un po' la sintesi del perché Scarpa sia considerato uno dei migliori artisti Disney di sempre, forse il più grande della scuola italiana.

venerdì 12 agosto 2011

Il Texone di Magnus

In mezzo a tanti ciarlatani e raccomandati, mi pare che sia sempre più raro trovare giornalisti "generalisti" in grado di scrivere un bel pezzo sul fumetto (così come su altri temi che richiedono conoscenze specifiche), evitando banalità e imprecisioni.
Per fortuna però i giornalisti bravi e preparati ci sono ancora. Uno di questi, lo dico da tempo, è Luca Telese, che in occasione della ristampa del Texone di Magnus da parte di Rizzoli-Lizard, ha scritto un articolo per Il Fatto Quotidiano in cui ricorda la sua intervista dell'epoca al maestro bolognese, di cui riporta alcune belle dichiarazioni.
Pur sfiorando temi tecnici, il lungo articolo è interessante soprattutto per il modo appassionato e coinvolto in cui Telese racconta Magnus e la sua opera, per cui ve ne consiglio caldamente la lettura (cliccate qui).


Dopo aver letto l'articolo, mi è venuta voglia di riprendere in mano il Texone in questione (nell'edizione originale) e di risfogliarlo, riscoprendo le pagine ricche di particolari a cui Magnus ha dedicato gli ultimi sette anni della sua vita, stanco di dover sottostare alle regole ferree della serialità e desideroso di creare un vero e proprio testamento grafico per i suoi lettori.


Nella succitata intervista a Telese, Magnus dichiarò che gli sarebbe piaciuto dare al suo Tex "tutto quello che non ha mai avuto da nessun altro". E sicuramente ha dato un nuovo significato alla collana dei Texoni, quasi sempre disegnati benissimo, ma che si rivelano degli albi "normali" stampati in versione gigante.
Magnus ha invece reso importante ogni singola vignetta, aggiungendo particolari su particolari, soffermandosi maniacalmente sulle ombreggiature realizzate con un fitto tratteggio, sulle singole gocce di ogni pozza d'acqua, sulle foglioline più minute delle tante piante presenti tra le pagine. Dettagli evidentemente apprezzabili solo in un grande formato.


Dopo aver risfogliato il volume, ho guardato la data di pubblicazione e mi sono reso conto che sono passati 15 anni dalla sua pubblicazione. Ricordavo a memoria alcune vignette, tanto mi erano rimaste impresse, ma curiosamente della storia quasi nulla. Voglia di rileggerla però non ne ho, penso che sia sufficiente continuare a sfogliarlo rimirandone le pagine.