venerdì 24 giugno 2011

Un ricordo di Gene Colan

Che tristezza. Stamattina ho saputo della dipartita di Gene Colan, uno dei miei disegnatori preferiti di sempre, e mi è dispiaciuto molto. Da lettore di fumetti, ci ero sinceramente affezionato. Un po' perché, tra i grandi degli anni Sessanta, è stato il primo che ho scoperto, grazie al suo Devil. Un po' anche perché qualche anno fa ebbi modo di scambiare con lui alcune e-mail che culminarono in una bella intervista (che purtroppo non ritrovo più). In quell'occasione, nonostante la sua salute non fosse proprio delle migliori, Gene si dimostrò comunque gentile e disponibile. E così potei scambiare con lui due chiacchiere su quelle copertine che da ragazzino più avevano impressionato tantissimo, per la fluidità dei corpi rappresentati, che sotto il suo tratto espressionista si contorcevano innaturalmente, al fine di produrre un'idea di potenza pari a quella di Jack Kirby, come dimostrano gli esempi sottostanti.


E poi, proprio due giorni fa mi era ricapitato in mano un volume con alcune storie di Tomb of Dracula da lui disegnate e mi ero soffermato a rimirare i suoi splendidi giochi di luci e ombre, che rendevano tutto incredibilmente vivo (anche grazie alle ottime chine di Tom Palmer, il suo miglior inchiostratore).


Gene è stato uno dei pochi disegnatori di supereroi in grado di cambiare registro stilistico pur mantenendo una propria integrità, adattandosi (per modo di dire) all'horror, così come al western e alle storie umoristiche di Howard il Papero. Un gigante del disegno, davvero inimitabile.

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